L’avvocato Davide Lavolpicella, partner esterno dello Studio Lorusso, ci segnala la recente interessante sentenza n.1822/2018 della Corte di Cassazione – Quinta Sezione Penale in tema di dati informatici, quali sms e messaggi whatsApp.
Il Giudice di legittimità ha statuito avere natura di documenti ex art. 234 codice di procedura penale, per i quali non è applicabile la disciplina garantista dettata dall’art. 254 citato codice per le intercettazioni di lettere, pieghi, pacchi, valori, telegrammi e altri oggetti di corrispondenza, anche se inoltrati per via telematica.
La Corte ha, altresì, statuito l’inapplicabilità del comma 6 articolo 103 c.p.p. (“Sono vietati il sequestro e ogni forma di controllo della corrispondenza tra l’imputato e il proprio difensore in quanto riconoscibile dalle prescritte indicazioni, salvo che l’autorità giudiziaria abbia fondato motivo di ritenere che si tratti di corpo del reato“) alle informazioni suddette scambiate tra cliente e difensore.
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